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22 Dicembre 2018

Nuova censura da parte della Regione Lazio al comune di Bracciano

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La Regione Lazio alza ancora la voce sulla vicenda del Cittadino e avvia l’annullamento d’ufficio degli atti ritenuti illegittimi.

Un altro anno è passato, siamo vicini al Natale e come si sa è tempo di letterine.

I bambini, solitamente, scrivono a Babbo Natale i propri desideri, e difficilmente Babbo Natale non li esaudisce.

Purtroppo, la poesia del Natale a Bracciano si perde per le innumerevoli problematiche che i nostri bambini (e i loro genitori e nonni) devono affrontare quotidianamente.

Potremmo citare ancora una volta tutto ciò che è chiuso, bloccato e fermo nella nostra città, ma dato l’immobilismo di questa amministrazione diventeremmo seriamente ripetitivi.

Per questo motivo, vogliamo concentrarci sulla “letterina” che la Regione Lazio ha nuovamente scritto al Comune sulla vicenda Cimaglia.

Sappiamo che probabilmente questa storia vi sta stancando (sinceramente anche a noi) ma purtroppo sembra essere l’unica cosa che si muove nel palazzo comunale.

La lettera della Regione non è però una letterina di desideri, a cui Babbo Natale (Tondinelli) può decidere se dar seguito oppure no.

Si tratta, al contrario, di una comunicazione molto dura, con la quale la Direzione Regionale per la pianificazione territoriale, paesistica e urbanistica, area vigilanza urbanistico-edilizia e contrasto all’abusivismo avvia il procedimento di annullamento d’ufficio dei seguenti atti:

  • Delibera di Giunta n. 115/17 (quella con cui inizia la procedura concordata tra il Comune e Cimaglia e che prevede, tra le altre cose, la costruzione di nove villini e l’annullamento dei dinieghi del 2009 alle richieste di permesso di costruire in sanatoria presentate dal cittadino);
  • Delibera di Consiglio comunale n. 2/2018 (con la quale il Consiglio Comunale, con voto contrario delle minoranze, prendeva atto della relazione della Capo Area Becchetti, che in poche settimane è riuscita a ricostruire quasi 20 anni di vicende urbanistiche Braccianesi. Si tratta di una relazione che a tratti sembra la requisitoria di un Pubblico Ministero, o una memoria difensiva di qualche avvocato);
  • Certificato di destinazione urbanistica prot. 25918/2018 (con il quale l’arch. Becchetti sancisce, in contrasto con il Piano Regolatore vigente, in contrasto con le precedenti comunicazioni regionali e in contrasto persino con il buon senso, che il terreno di Cimaglia ricade in zona C3 equiparabile a zona B, e che quindi il cittadino al di sopra di ogni normativa, può su quel terreno costruire i suoi amati villini: la Regione Lazio sottolinea che la destinazione d’uso del terreno risulta indebitamente modificata);
  • Atti dirigenziali di annullamento di cui ai prot. 9078/2018,9095/2018,9102/2018 (con i quali, sempre l’arch. Becchetti annulla i dinieghi alle richieste di permesso di costruire in sanatoria risalenti 2009, emessi in presenza di edificazioni ritenute incondonabili.

Il tutto, ai sensi dell’art. 34 della l.15/2008, che recita:

“La Regione può annullare, entro dieci anni dalla loro adozione, le deliberazioni ed i provvedimenti comunali che autorizzano interventi non conformi a prescrizioni degli strumenti urbanistici o dei regolamenti edilizi o comunque in contrasto con la normativa urbanistico-edilizia vigente al momento della loro adozione o, nel caso di interventi realizzabili mediante denuncia di inizio attività ai sensi dell’articolo 22, comma 3, del d.p.r. 380/2001 e successive modifiche, vigente al momento della scadenza del termine di trenta giorni dalla presentazione della denuncia stessa”.

In pratica, quando un’Amministrazione adotta atti che autorizzano interventi in contrasto con la normativa urbanistico-edilizia (quindi, atti illegittimi, come sono stati definiti dalla stessa Direzione Regionale), la Regione Lazio si sostituisce all’Amministrazione e, d’ufficio, annulla gli atti illegittimi.

Negli atti sopra citati adottati dalla Capo Area, dalla Giunta e dal Consiglio comunale si rilevano gravi e reiterate illegittimità, quindi la Regione avvia la procedura di annullamento e invita nuovamente il Comune a sospendere ulteriori eventuali determinazioni derivanti dalla illegittima applicazione degli atti in contestazione.

L’infinita telenovela va avanti, si arricchisce di un nuovo elemento e continua a mostrare quanto tempo si sprechi all’interno del Palazzo comunale per dare seguito ai capricci di un individuo che, prima con un consigliere di opposizione, poi con continue richieste di accesso agli atti, poi ancora con denunce ed esposti, ed oggi con l’interpretazione delle norme del Capo Area incaricato, paralizza l’attività amministrativa al fine di ottenere quello che vuole.

Invitiamo nuovamente il Sindaco e l’Assessore Testini a prendere atto del fatto che stanno portando il Comune a sbattere contro il muro della legge: la procedura concordata con il cittadino non si può portare a termine, questo ha chiaramente e ripetutamente segnalato la Direzione regionale competente, quello che vuole il cittadino non si può fare.

Intanto, sul tema, Chiara Mango e gli altri consiglieri di opposizione hanno presentato una “mozione PER RIPRISTINARE L’IMMAGINE, LA REPUTAZIONE E LA LEGITTIMITA’ DELL’AZIONE DELLA PA DI BRACCIANO, CON SPECIFICO RIFERIMENTO ALLE COMUNICAZIONI DELLA REGIONE LAZIO IN MATERIA URBANISTICA” con richiesta di convocazione di consiglio comunale urgente che, ad oggi, il Presidente del Consiglio non ha ancora convocato.

Al riguardo l’intervento del 10 dicembre 2018 della consigliera Mango su facebook:

Nel frattempo la riunione fissata il 13 dicembre 2018 scorso per concludere la procedura concordata con il cittadino è stata annullata dalla Capo Area Becchetti qualche giorno prima, probabilmente dopo aver ricevuto la mozione dei consiglieri.

Questa vicenda ha bloccato per anni e anni il nostro comune, facendo perdere a Bracciano tanto tempo e tante risorse.

Il Partito Democratico di Bracciano segue dall’inizio la querelle, e continuerà a farlo.

Sul nostro sito potete trovare numerosi articoli su questo argomento, perché purtroppo, a Bracciano, sono anni che la Politica è influenzata ed inquinata da questa vicenda.

All’Amministrazione Tondinelli chiediamo una cosa semplice:

fatevi e fate ai braccianesi un bel regalo di Natale, la letterina con cui ve lo chiediamo è questa… liberatevi e liberateci da Arturo Cimaglia e iniziate a pensare a tutti i problemi del Paese e dei cittadini.

Infine approfittiamo di questo spazio per fare un augurio di Buone Feste a tutti i cittadini, un pensiero particolare alle famiglie degli ex amministratori e dei dipendenti rimasti coinvolti nelle vicende giudiziarie che si sono concluse pochi giorni fa con il provvedimento di archiviazione, emesso dal Gip di Civitavecchia, di tutte le contestazioni a loro carico.

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